LA NASCITA DELLA PARROCCHIA
Nel 1853 i Fossaltini, desiderosi di avere una propria comunità parrocchiale, chiesero al Vescovo di Treviso ( beato Giovanni Antonio Farina), di staccarsi dalla Parrocchia di Noventa di Piave.
Il 19 aprile 1854, infatti, venendo incontro al desiderio espresso dai Fossaltini, il Vescovo emette il decreto di separazione ed erige la “ Parrocchia di Fossalta di Piave “ dedicandola a S. Maria Immacolata e ai Santi Ermagora e Fortunato, il cui sarcofago si trova ad Aquileia ed alcune loro Reliquie nel sepolcreto del nostro Altare Maggiore.
Inizia così la serie dei Parroci in Fossalta. Il Comune di Noventa ( Fossalta verrà costituita “Comune” solo nel 1871) provvede a dare alloggio al Vicario Parrocchiale, don G. Jacopo Moda, che rimane in Fossalta due anni, celebrando la Messa e amministrando gli altri Sacramenti nell’Oratorio della S. Croce situato, allora, nell’attuale Piazza Vittoria.
Poi la Curia Vescovile nel 1856 nomina il primo Parroco, nella persona di don Giuseppe Laghetto.
Qualche tempo dopo il suo ingresso, don Laghetto, su disegno dell’arch. G.B. Meduna e su consiglio del tecnico Segusini, inizia la costruzione della Chiesa e del campanile con i fondi lasciati nel 1824 dal veneziano don Antonio Rota, che morendo aveva commesso agli eredi l’onere di innalzare una torre campanaria e un tempio “capace di contenere – come decreta il testamento – tutta la popolazione fossaltina”.
Il 4 novembre 1856 da mons. Angelo Rizzi – Arciprete di San Donà – viene posta la prima pietra della Parrocchiale.
Ma fu una cerimonia che giovò poco all’opera grandiosa che era stata ideata, perché i parenti del Rota e il Sig. Giovanni Rossetto ( + 1870), al quale con documento dell’11 giugno 1828 erano stati ceduti tutti i beni, oltre che procurare disgustose liti al Comune di Noventa, alla Curia e ai Parroci Laghetto prima e a Begliorgio poi, bloccarono i lavori già iniziati, che verranno poi ripresi nel 1878.
I Fossaltini, intanto, per concessione del Rossetto e della N.D. Alberti (presso cui dimoravano i sacerdoti presenti in paese), continuano ad usufruire dell’Oratorio, “capace – come dice la storia – di 400 persone”.
Nel 1878 arriva a Fossalta il terzo Parroco: don Giovanni Gallina. Questi, trovata la Chiesa ultimata nella parte muraria del presbiterio e le mura periferiche innalzate dal suolo soltanto di due metri, non si spaventa dinanzi all’ardimentosa impresa. La sua energia giovanile ed il suo spirito intrepido abbattono gli ostacoli e il 7 ottobre 1880 l’artistica Chiesa (ad una navata, con soffitto a volta, di stile neo-classico e con a destra la torre campanaria) viene consacrata dal Vescovo di Treviso mons. Aristide Callegari (1880 – 1882).
Fossalta nel 1912
Con grandissimi sacrifici – sostenuti dai Fossaltini e dal Comune, che tra il dicembre 1879 e il febbraio 1880 offre la somma di 21.000 lire – nel giro di otto anni e precisamente nel 1888 – la Chiesa viene intonacata all’esterno, decorata nel suo interno con dipinti e stucchi artistici e arricchita di un buon numero di banchi – omaggio della Parrocchia di S. Mauro di Noventa – e di due magnifiche opere marmoree della Ditta F. Cavallini di Pove di Bassano: l’Altar maggiore e l’Altar laterale dedicato alla Vergine del Rosario.
Dal 1894 al 1908 il Parroco – ancora su disegno del Cavallini – procura altri due Altari laterali con dipinti del prof. Stefano Serafin di Possano, dedicati rispettivamente uno alla Sacra Famiglia e ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria e l’altro ai Santi Patroni.
Nel medesimo periodo viene realizzato anche l’interessante soffitto con il “trionfo dell’Immacolata”, affrescato da Valentino Pupin di Schio.
Il soffitto della chiesa nel 1900
Nel 1902 Noventa fa un altro regalo: per adornare le pareti del presbiterio offre i ricchi stalli, stupendo lavoro d’intarsio del sec. XVI. Nel 1917 la Chiesa è completamente ultimata: manca solo il campanile, che però lo zelante Arciprete – fin dal 14 dicembre 1914 – aveva parzialmente progettato e iniziato, comperando con 480 lire un buon numero di mattoni. I lavori, allora, vennero eseguiti – grazie ancora all’apporto del Comune che per l’erigendo campanile, aveva dato 500 lire – dai fratelli Giovanni e Giuseppe Sforza: dopo tre anni, però, dovettero sospenderli a causa dell’immane sciagura bellica.
Il 5 novembre 1917, infatti, tutta la popolazione abbandona case e campagne e con il Parroco e il Cappellano don Sante Bianco sfolla un po’ in tutta Italia, per far ritorno, alla spicciolata, nella primavera e nell’estate del 1919.
Chiesa e campanile nel 1918
Il povero Prete, tornato nel dicembre del medesimo anno da Prato, trova tutto distrutto e nella primavera del 1921 inizia da capo – sempre sul progetto del Meduna – l’opera di ricostruzione della Chiesa, che viene inaugurata e benedetta da mons. Costante Chimenton il 13 agosto 1922. Il vecchio campanile viene abbattuto.
Intanto sul troncone iniziato nel 1914, un generoso gruppo di giovani operai (Aliprandi Giovanni, detto Fài, Cancian Luigi, Lazzarato Emilio, Modulo Antonio, Perissinotto Achille, Tamai Antonio, Rizzetto Matteo ecc.) riprendono la costruzione della torre campanaria, prima sotto la direzione della “Cooperativa Bianca” di Giovanni Zenàro e poi della S.A.C.E., che completerà la cella e la cuspide del 1929.
Fossalta si riprende a nuova vita nel febbraio 1921
Il campanile nel giorno dell’innaugurazione